DEI CASI DI ROMAGNA Ovvero: Delle vicissitudini di una incolpevole statua

 



DEI CASI DI ROMAGNA

                                  Ovvero: delle vicissitudini di una incolpevole statua

 

ARIES non intende alimentare strumentali polemiche recentemente riaccese ma ritiene di aver pieno titolo per poter dire la sua visto che è l’unica associazione culturale apolitica che avendo contribuito al recupero della statua bronzea di Giulio Cesare dopo la settantennale permanenza nell’ esilio ospitale della Caserma al suo nome dedicata, si è poi costantemente interessata delle sorti e della destinazione di questo pregevole monumento ritenendo che costituisca patrimonio culturale indisponibile del Comune, che appartenga quindi di diritto a tutta la città ed a tutti i riminesi e che alla pubblica ammirazione debba quindi tornare ad essere esposta, d'altronde conformemente all’onere/obbligo di valorizzazione ai fini della pubblica fruizione di tal sorta di beni,  come  dispone il Codice dei Beni Culturali.



Lo studio di ARIES  (2019) 

che aveva  provato e documentato la proprietà della statua di Giulio Cesare

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    Probabilmente nessuno delle centinaia di migliaia di turisti che visitano e visiteranno Rimini collegherà mai la statua di Cesare a Mussolini ma ci vedrà solamente Cesare, giustamente ricollegandola -come d’altronde la maggioranza dei riminesi- solo allo storico passaggio del Rubicone. Episodio universalmente noto del quale fu prima ed unica testimone proprio la nostra città.

    Quella incolpevole statua, pregevole simulacro bronzeo rientrato dopo molte vicissitudini ed ormai acquisito al patrimonio pubblico cittadino e che qui a Rimini ben più che altrove assume una precisa e specifica valenza storico-culturale-promozionale-turistica incontestabile, ha però la sfortunata sorte di esser vittima di pulsioni ideologiche non molto dissimili -anche se di opposta tendenza- da quella che stando a chi lo afferma ne avrebbe ispirato il dono.

  Il collegamento ideologizzato della statua (la copia originale, scusandosi per l’ossimoro peraltro chiarificatore) con la figura di Mussolini sta infatti oggi, di fatto ed a quanto si legge nelle cronache cittadine, non tanto nella mente di coloro che vengono genericamente indicati come “fascisti” -dei quali non risulta esservi più realistica traccia- ma, piuttosto, in quella di una attiva minoranza che pare invece vivere di tormentosi insuperati retropensieri ideologici, che rifiuta ogni confronto presumendo di rappresentare l’intera cittadinanza riminese (anche se un dialogo costruttivo fra posizioni contrapposte sarebbe auspicabile) ed i cui paladini  sembra però non abbiano compreso (a meno che ciò non risponda ad una precisa strategia auto-referenziante) che è proprio e solo quel certo modo di agire, di agitarsi  e di porsi  che consente di perpetuare all’infinito il nome ed il ricordo del personaggio Mussolini come connesso a quella statua.

  Fra l’altro, questa minoranza dimostra di ignorare le vere origini del dono di quella particolare statua, ben ricostruite da incontestabile testimonianza d’epoca riportata  dal Comm. Umberto Bartolani nel suo “Rimini Giulio Cesare, Ritornerà  entro le nostre mura malatestiane? ” (Graphicolor, 1983) e richiamata nelle premesse dello studio storico-giuridico ampiamente documentato e diffusamente argomentato che ARIES predispose nel 2019 ed inoltrò a tutte le Autorità competenti al fine di contrastare -riuscendo poi nell’intento-  il rischio che l’Amministrazione Militare che con gran cura l’aveva ospitata per oltre un settantennio, all’atto della dismissione della Caserma ed essendovisi ormai "affezionata" volesse appropriarsi della statua trasportandola in quel di Verona, nella sede del Comando Forze Operative Terrestri (COMFOTER).



Un momento storico per le cronache cittadine, a chiusura di una controversa vicenda settantennale: Il Ten. Col. Danilo Gallo per l’Amministrazione Militare e l’Assessore Giampiero Piscaglia sottoscrivono l’atto ufficiale di riconsegna della Statua dopo che lo studio di ARIES  ne aveva dimostrato la mai perduta proprietà in capo al Comune di Rimini ricostruendone puntualmente le singolari vicende fin dal primo dopoguerra.  
                              Rimini,  Comando Caserma Giulio Cesare, 19 luglio 2023.

 

 Ebbene,  è opportuno far sapere che almeno “il nostro” Cesare sotto il profilo storico ha poco  a che vedere con l’intento autocelebrativo che alcuni pretendono attribuirgli perché, a differenza delle altre città destinatarie di consimile dono, nessuna di esse legata all'evento storico del passaggio del Rubicone, era invece l’unica sua effigie ad avere l’originale pieno e pertinente diritto storico-culturale di troneggiare proprio in Rimini e proprio nella Piazza del Foro avendone un più che bimillenario motivo documentato e concreto.

   Fu infatti donata da Mussolini non per sua iniziativa “autocelebrativa” -come taluno continua ad affermare rispecchiando solo la propria opinione- ma su esplicita concreta richiesta di un singolare Sacerdote, sollecitata unicamente con il preciso scopo di celebrare il famoso passaggio da Ariminum dopo quell’atto ardito che cambiò la storia dell’antica Roma.

 Quel Sacerdote era il noto e combattivo Don Domenico Garattoni (un Don Camillo di guareschiana memoria) già Cappellano della Milizia che, in visita al duce, gli chiese espressamente di donare a Rimini una statua di Cesare a ricordare, appunto, lo storico passaggio del Rubicone e l’arringa di Cesare agli uomini della sua Legione (la XIIIa) proprio nell’area dell’odierna piazza -l’antico Foro- per convincerli a seguirlo in quel passo drammatico ed irreversibile.

 E Mussolini, dapprima esitante ma poi persuaso, accolse quell’invito tanto che già al suo ritorno da Roma Don Garattoni poté informarne ufficialmente il Podestà Palloni..

 Il recupero di quello splendido bronzo, auspicato da tanti cittadini di ogni tendenza per il quale ARIES si è concretamente tanto adoperata e portato infine meritoriamente a buon fine dall’Amministrazione stessa, non vuole quindi né contendere spazi né tanto meno mancare di rispetto alla memoria di quei tre ragazzi che nella piazza furono uccisi e  che vanno giustamente ricordati ed onorati;  si vuole solo sperare di far almeno accettare il fatto, peraltro incontrovertibile, che il passaggio del Rubicone è episodio da duemila anni inscindibilmente legato alla storia della nostra Rimini costituendone  tassello storico fondamentale ad eterno lustro di tutti, quindi;  e per ciò appartiene altrettanto inscindibilmente al genoma di tutti i suoi cittadini, nessuno escluso, consapevoli o meno siano, o nei secoli o nel più recente passato siano stati, di quell’eredità storico-culturale;  compresi quindi anche quei tre poveri giovani.


                                                La pregevole quanto incolpevole statua

 

La richiesta di riportare la statua in città restituendola dopo decenni di curato esilio alla pubblica ammirazione e con adeguato risalto non nasconde quindi alcun  intento politico/ideologico, come è evidentemente necessario ripetere per l’ennesima volta; politicizzato intento che purtroppo emerge invece nelle plurime esternazioni di  chi vi si oppone con gran cassa mediatica omettendo oltretutto di ricordare (a non voler pensare che lo ignori) che Cesare apparteneva al partito popolare e si eresse a protettore dei Tribuni della plebe che  in fuga da Roma presso di lui trovarono rifugio. E da Ariminum, si diresse in armi a Roma per contrastare il Senato ed i membri del partito oligarchico, proprio coloro che qualche irriducibile potrebbe persino giungere ad identificare (pur se a sproposito) nei…  “fascisti” dell’epoca.

    Ciò metabolizzato, allora si capirebbe ancor meglio come sarebbe stato veramente singolare, da parte di Mussolini, pensare di donare proprio alla città di Rimini una statua di Cesare presumendo di potersi…. autocelebrare in un tal storicamente contraddittorio contesto che proprio qui si sarebbe evidenziato.!



Il Presidente della Commissione Cultura del Comune di Rimini, Davide Frisoni e l'Avv. Gaetano D. Rossi Segretario coordinatore di ARIES, sottoscrivono la petizione per il rientro della Statua di Cesare in città.                     Caserma Giulio Cesare, 19 giugno 2021

    

     E non sia vano ricordare, al proposito,  che lo stesso Sindaco Gnassi, una volta indiscutibilmente dimostrata e documentata la proprietà dell’ opera in capo al Comune (e facendo coerentemente seguito ad analoga formale ma meno documentata richiesta di restituzione che molti anni prima -il 29 maggio 1968- sulla scorta di pacifiche motivazioni storico-culturali l'allora Sindaco Walter Ceccaroni aveva senza buon esito formulato) con lettera del 29 maggio 2019 inoltrava all’allora Comandante della Giulio Cesare Ten. Col. Luca Vigna Taglianti formale richiesta di restituzione della statua, del tutto evidentemente non certo per rinnovellarne gli attualmente vagheggiati intenti autocelebrativi ma ad un preciso meritorio scopo sottolineato dalle stesse parole  usate : ..“Quest’opera si inserisce nel solco di una tradizione storica della Ariminum romana a ricordare il celebre episodio del passaggio del Rubicone nel 49 a.C.  e potrà essere affiancata ad altri lavori del nostro patrimonio storico archeologico nell’opera di recupero delle radici storiche della città che questa Amministrazione sta sviluppando”….

   Non si sarebbe certo attivato e così chiaramente espresso (né tanto meno Ceccaroni!) se  avesse diversamente ragionato, subodorato o... temuto !

    

                                                          ARIES, Associazione storico culturale, Rimini

Le foto a corredo del testo sono di proprietà esclusiva ARIES




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