Si è commemorato ieri il GIORNO DEL RICORDO, avanti alle Autorità, pubblico e scolaresche intervenute sul Molo di Rimini presso il monumento ad esso dedicato.
Oratore ufficiale ne è stato, come avviene da anni, il Cav. Giovanni Ruzzier, Presidente della sezione riminese del Nastro Azzurro, Delegato dell’Unione degli Istriani Libera Provincia dell’Istria in Esilio, storico associato ARIES.
Si riporta il testo del suo intervento, a significativa memoria.
Buon giorno a tutti,
permettetemi, prima di
iniziare il discorso celebrativo, di ricordare – con profonda tristezza – Monica Paliaga, già rappresentante in Città
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che ci ha lasciati dopo
aver combattuto, tenacemente, per anni, una malattia che non gli ha lasciato scampo.
Se oggi siamo qui, alla
“biblioteca di pietra” per rimembrare la tragedia delle genti Istriane –
Fiumane e Dalmate ed i Martiri delle Foibe, lo si deve anche a Lei, avendo
contribuito al raggiungimento di questa realizzazione, con il concorso degli
amici Mattia Vitelli Casella del Comitato 10 febbraio, di Paolo Zaghini,
all’epoca presidente dell’Istituto Storico riminese, di chi vi parla e grazie al confronto positivo con l’allora Sindaco Andrea
Gnassi che approvò il progetto di questo monumento estemporaneo del caro amico fiumano
Vittorio d’Augusta, qui presente.
Vi invito a ricordarla,
per un minuto, in silenzio, con i labari
alzati.
Grazie!
A nome dell’Unione degli
Istriani -Libera Provincia dell’Istria in Esilio, che ho l’onore di
rappresentare, vi ringrazio per la presenza a questa celebrazione che vuole
ricordare gli Esuli dal confine orientale d’Italia ed i Martiri delle Foibe.
Ringrazio le Autorità
civili e militari e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, che ci onorano
della loro partecipazione e con loro saluto gli insegnanti e gli studenti del Liceo
classico Giulio Cesare – Manara Valgimigli, che anche quest’anno sono con noi e tutti i presenti
Un saluto particolare va a S.E. la dott.ssa
Giuseppina Cassone, Prefetto di Rimini, che nella circostanza rappresenta la
vicinanza del Governo nel ricordo di una triste pagina della Storia nazionale.
Il Giorno del Ricordo,
quest’anno, assume una importanza particolare. Infatti, ricorre l’80esimo
anniversario della seconda fase degli infoibamenti nel 1945. Infatti, con
l’arrivo della milizia e della polizia
politica comunista della Jugoslavia dal 1 maggio, complici i comunisti di casa
nostra fino al 1948, iniziarono settimane di terrore per le popolazioni
istriane, fiumane e dalmate e per i cittadini di Gorizia e Trieste.
Migliaia di italiani
furono deportati, imprigionati, fucilati, infoibati o annegati. Oggi nella
nostra città, come in tantissime altre città della Penisola, i cittadini si
ritrovano per non dimenticare questi orrori, che avvennero, questo non va
dimenticato, a guerra finita e che per
troppo tempo sono stati sottaciuti.
Il ricordo è una cosa
importante, allontana l’oblio e ci consente di rammentare cosa accadde nel
settembre/ottobre 1943 e dopo il 1 maggio 1945, in quelle terre da sempre
italiane, che ci furono strappate da
quel Trattato di Pace, che noi definimmo “Diktat”, siglato a Parigi il 10 febbraio 1947, terre ormai facenti parte degli Stati nati dalla dissoluzione
della ex Jugoslavia.
Ma non basta ricordare la
tragedia delle foibe e dell’esodo. E’ fondamentale ricordare che l’ Adriatico
orientale è sempre stato legato alla cultura italiana in maniera indissolubile.
Già 2000 anni fa Strabone, uno dei più importanti geografi della storia
dell’umanità, segnava a Pola il confine orientale d’Italia e poi le stesso fece
Dante Alighieri in un canto della Divina Commedia.
Un legame strettissimo, purtroppo strappato,
ma che rivive nel ricordo che, a tanti anni di distanza, è il modo più vero per
dare giustizia, seppur tardiva, agli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia e, con
loro, a tutta la nostra Nazione.
Ma c’è, in Italia, chi
ancora non si arrende all’evidenza dei fatti storici. Infatti, da determinati
ambienti politici nazionali fuoriescono posizioni riduzioniste o
giustificazioniste del dramma delle foibe. Pseudo intellettuali si
autoassegnano il ruolo di storici e pubblicano dei libercoli dove si sminuisce
la triste vicenda di chi fu ucciso e di chi venne costretto con la violenza a lasciare
tutto. Questi signori arrivano a definire il Giorno del Ricordo una
“falsificazione storica”.
Mi riporto a quanto è
apparso sulla stampa già dal 1° febbraio, dove si leggono le esternazioni dell’ANPI che suonano offesa alle nostre
genti, ai nostri morti. Mentre a Cividale, in provincia di Udine, viene
condannata l’iniziativa dell’UNUCI per la collocazione di un monumento a
ricordo della MOVC Norma Cossetto cui segue, a
Reggio Calabria, la distruzione della targa che da circa 20 anni la
ricordava. Ultimo oltraggio ai nostri Morti, assassinati nelle foibe, agli
Esuli tutti ed alla Nazione lo sfregio di due giorni fa alla foiba di
Basovizza, monumento nazionale. Quel luogo ricorda tutti gli infoibati e il
calvario di tanti nostri soldati, carabinieri e di ben 93 finanzieri della
caserma di via Lazzaretto di Trieste, assassinati nei 40 giorni di occupazione
jugoslava a Trieste.
Questi meschini personaggi, loro sì falsificatori della storia, che
operano notte tempo, devono sapere che noi Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati
siamo orgogliosamente figli di una Italia diversa, fatta di ordine , di
rispetto, di umiltà.
Siamo qui, senza odio né rancore, democraticamente e
pacificamente riuniti, ma con la fermezza di chi sa quale è la via della verità
e della giustizia.
Parlare dei Martiri delle
foibe, del dramma degli esuli, raccontarne la storia, difenderne in ricordo è
dovere civico. Fatelo anche voi per
loro, per voi stessi, per i nostri
figli.
E’ auspicabile che nelle
scuole si studi la verità su questi
fatti ed allora mi rivolgo agli studenti qui presenti.
Ho superato i 90 anni di
età. Sono esule da Pirano. Sono stato arrestato e associato alle carceri dalla
polizia politica jugoslava quando avevo 14 anni.
Ho un sogno: si può
realizzare. Desidererei che il prossimo anno sia uno o una di voi a ricordare. Noi
siamo ciò che ricordiamo o dimentichiamo.Lo strumento migliore contro l’oblio è
la conoscenza. Alla base di tutto, però, vi è lo studio, quello rigoroso, che
richiede sforzo intellettuale ed i cui
risultati non sempre sono immediati. Se in ambito umanistico lo studio e le
riflessioni sul retaggio del passato non dovrebbero rimanere confinati
esclusivamente agli addetti ai lavori, senza questo lavoro preparatorio mai vi
sarà una buona, giusta divulgazione. Ragazzi, mi auguro accettiate la mia
proposta, consideratela una sfida! Io vi sarò vicino, sempre!
Concludendo, oggi, ed è
la cosa più importante, stiamo commemorando una pagina triste della storia
d’Italia. Commemorare viene dal latino e vuol dire “ricordare insieme”. Solo
così la nostra comunità, con le sue
legittime differenze, può essere coesa e unita nel dire “mai più violenza” e no
alle strumentalizzazioni negazioniste di
certi schieramenti politici.
Grazie!
Rimini 10 febbraio 2025
M.M.A.”c.s.”m.(r)GdF Uff.
Giovanni Ruzzier
Delegato dell’Unione
degli Istriani Libera Provincia dell’Istria in Esilio.
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